Cretoxyrhina mantelli Agassiz, 1843

(Da: ru.wikipedia.org)
Phylum: Chordata Haeckel, 1874
Subphylum: Vertebrata Cuvier, 1812
Classe: Chondrichthyes Huxley, 1880
Ordine: Lamniformes Berg L.S. , 1958
Famiglia: Cretoxyrhinidae Glikman, 1958
Genere: Cretoxyrhina Glikman, 1958
Descrizione
Simile all'odierno squalo bianco, questo pesce poteva raggiungere una lunghezza di 5,5 metri e possedeva un corpo robusto e potente. Al contrario di molti squali fossili, il Cretoxirina è conosciuto grazie a diversi scheletri quasi completi. I suoi denti raggiungevano i 5 centimetri di lunghezza, erano ricurvi e taglienti (da qui il soprannome "squalo ginsu"), con uno spesso rivestimento di smalto (come gli odierni squali). Questo squalo doveva essere uno dei massimi predatori dei mari del Cretaceo Superiore insieme ai mosasauri: resti fossili di denti di cretoxirina sono stati rinvenuti insieme a scheletri del mosasauro Tylosaurus, a dimostrazione del fatto che lo squalo si nutriva dei mosasauri o era con essi in competizione nella ricerca di cibo. Si nutriva anche di Plesiosauri, Xiphactinus, e tartarughe protostegidae. Dopo l'iniziale scoperta del 1843 in Europa, numerosi resti fossili di questa specie sono stati rinvenuti in Kansas, che a quel tempo era ricoperto da un mare poco profondo che si estendeva per tutti gli Stati Uniti centrali. Questi reperti includono anche un esemplare della lunghezza di oltre sei metri. Kenshu Shimada, un paleontologo nippo-americano, basandosi sui resti ritrovati nel Kansas ritiene che il Cretoxyrhina mantelli occupasse nella scala dei predatori di quel tempo il ruolo oggi occupato dallo squalo bianco (Carcharodon carcharias), con cui condivideva la struttura corporale. La morfologia della pinna caudale indica che questo squalo doveva essere in grado di nuotare piuttosto velocemente. Numerosi fossili di Cretoxyrhina sono stati ritrovati anche in Italia. Il primo esemplare particolarmente completo (composto da 122 vertebre e da una cinquantina di denti) fu rinvenuto nel 1878 nella cava di Olantreghe (Castellavazzo, Belluno). Successivamente nel giacimento di Monte Loffa, nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo (Verona), sono venuti alla luce altri scheletri quasi completi, lunghi oltre 5,5 metri. Uno di questi esemplari, rinvenuto nel 1975, conta di 155 vertebre e di numerosi denti, sparsi nella regione del capo; i denti più grandi sono lunghi circa 6 centimetri. Tali reperti sono conservati presso il Museo Preistorico e Paleontologico di Sant'Anna d'Alfaedo.
Diffusione
Era un grosso squalo preistorico, vissuto nel Cretaceo tra l'Albiano e il Campaniano. Resti della specie sono stati trovati in molte parti d'Europa e negli Stati Uniti (Kansas e Texas). Fu descritto nel 1843 da Louis Agassiz nel monumentale Recherches sur les Poissons fossiles (Ricerche sui Pesci fossili), un trattato di 1.420 pagine.
Bibliografia
–Kenshu Shimada (1997). "Stratigraphic Record of the Late Cretaceous Lamniform Shark, Cretoxyrhina mantelli (Agassiz), in Kansas". Transactions of the Kansas Academy of Science. 100 (3/4): 139-149.
–Mikael Siverson and Johan Lindgren (2005). "Late Cretaceous sharks Cretoxyrhina and Cardabiodon from Montana, USA" (PDF). Acta Palaeontologica Polonica.
–David Ward (2009). Fossils of the Gault Clay - Sharks and Rays. The Paleontological Association. pp. 279-299.
–James G. Ogg; Linda A. Hinnov (2012), "Cretaceous", in Felix M. Gradstein; James G. Ogg; Mark D. Schmitz; Gabi M. Ogg (eds.), The Geologic Time Scale, Oxford: Elsevier, pp. 793-853.
–Todd Cook, Eric Brown, Patricia E. Ralrick, and Takuya Konish. (2017). "A late Campanian euselachian assemblage from the Bearpaw Formation of Alberta, Canada: some notable range extensions". Canadian Journal of Earth Sciences. 54 (9): 973-980.
–Derek William Larson, Donald B. Brinkman, and Phil R. Bell (2010). "Faunal assemblages from the upper Horseshoe Canyon Formation, an early Maastrichtian cool-climate assemblage from Alberta, with special reference to the Albertosaurus sarcophagus bonebed". Canadian Journal of Earth Sciences. 47 (9): 1159-1181.
–Charles R. Eastman (1894). "Beiträge zur Kenntniss der Gattung Oxyrhina: mit besonderer Berücksichtigung von Oxyrhina mantelli Agassiz" [Contributions to the knowledge of the genus Oxyrhina: with special reference to Oxyrhina mantelli Agassiz]. Palaeontographica (in German). E. Schweizerbart'sche Verlagsbuchhandlung: 149-191.
–Mikael Siverson, David John Ward, Johan Lindgren, and L. Scott Kelly (2013). "Mid-Cretaceous Cretoxyrhina (Elasmobranchii) from Mangyshlak, Kazakhstan and Texas, USA". Alcheringa: An Australasian Journal of Palaeontology. 37 (1): 1-18.
–Phillip Sternes and Kenshu Shimada (2018), Caudal fin of the Late Cretaceous shark, Cretoxyrhina mantelli (Lamniformes: Cretoxyrhinidae), morphometrically compared to that of extant lamniform sharks, Society of Vertebrate Paleontology.
–Michael G. Newbrey, Mikael Siversson, Todd D. Cook, Allison M. Fotheringham, and Rebecca L. Sanchez (2015). "Vertebral Morphology, Dentition, Age, Growth, and Ecology of the Large Lamniform Shark Cardabiodon ricki". Acta Palaeontologica Polonica. 60 (4): 877-897.
–Jacopo Amalfitano; Luca Giusberti; Eliana Fornaciari; Fabio Marco Dalla Vicchia; Valeria Luciani; Jürgen Kriwet; Giorgio Carnevale (2019). "Large deadfall of the 'ginsu' shark Cretoxyrhina mantelli (Agassiz, 1835) (Neoselachii, Lamniformes) from the Upper Cretaceous of northeastern Italy". Cretaceous Research. 98 (June 2019): 250-275.
–Gideon Mantell; Mary Ann Mantell (1822). The fossils of the South Downs; or illustrations of the geology of Sussex. Lupton Relfe.
–Louis Agassiz (1833-1843) [1838]. Recherches sur les poissons fossiles (in French). Vol. 3. Museum of Comparative Zoology.
–László Kocsis (2009). "Central Paratethyan shark fauna (Ipolytarnóc, Hungary)". Geologica Carpathica. 58 (1): 27-40.
–"Additions to and a review of the Miocene Shark and Ray fauna of Malta". The Central Mediterranean Naturalist. 3 (3): 131-146.
–Bruno Cahuzac, Sylvain Adnet, Cappetta Henri, and Romain Vullo (2007). "Les espèces et genres de poissons sélaciens fossiles (Crétacé, Tertiaire) créés dans le Bassin d'Aquitaine ; recensement, taxonomie" [The fossil species and genera of Selachians fishes (Cretaceous, Tertiary) created in the Aquitaine Basin ; inventory, taxonomics]. Bulletin de la Société Linnéenne de Bordeaux (in French). 142 (45): 3-43.
–Mike Everhart (2002). "A Giant Ginsu Shark". Oceans of Kansas.
–Jim Bourdon. "Cretoxyrhina".
![]() |
Data: 21/12/2016
Emissione: Animali preistorici marini Stato: Niger |
---|